Tratto da “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini:

Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. […] Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa di indefinito.

Belfagor non sopportava le lacrime. Come tutti i mostri dell’anima era convinto di agire per il mio bene. Non poteva darmi amore ma poteva impedire al mondo di darmi dolore: sarebbe bastato non lasciarlo entrare. Detestava la verità e la sua missione era indicarmi la via di fuga dalle situazioni che contemplavano la possibilità di una sofferenza.

Egoismo e ironia erano gli scudi di Belfagor dietro i quali tornavo a nascondermi per non soffrire. […] Non è poi così vero che si desidera ciò che non si è mai avuto. Quando si sta male, si preferisce ciò che ci appartiene da sempre. Ogni vittima tende a riproporre gli schemi del proprio passato.

Nel corso degli anni il rifiuto della verità si era esteso a tutto il resto. Aveva aderito ai pensieri come a una seconda pelle, diventando il mio modo di abitare la vita senza viverla. Succede a noi che ospitiamo Belfagor nello stomaco. Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo. […] L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.